Il Lavoratore che subisce un Infortunio sul Lavoro ha diritto, comunque, alla retribuzione, a ciò si aggiunga, potenzialmente il diritto al risarcimento di una serie di danni; più precisamente il lavoratore ha diritto di chiedere al datore di lavoro quello che si definisce il danno differenziale, che consiste nel danno ulteriore rispetto all’indennizzo ricevuto dall’INAIL
Questi importi sono corrisposti a ristoro del danno patrimoniale.
Il lavoratore però, a seguito dell’infortunio, potrebbe avere diritto al risarcimento dei danni non patrimoniali, siano essi temporanei o permanenti. In questo caso, a titolo di danno non patrimoniale (danno biologico, danno morale, danno esistenziale), l’ INAIL interverrà, per il solo danno biologico permanente ma solo se questo se questo è minimo del 6%.
Sotto tale percentuale, l’INAIL non erogherebbe l’indennizzo. Quindi fino al 5% di danno permanente, l’ INAIL interviene per il danno patrimoniale (retribuzioni), ma non interviene per il danno non patrimoniale.
Oltre la percentuale del 6% in su, l’ INAIL indennizza il lavoratore per il danno non patrimoniale permanente, ma non riconosce il danno non patrimoniale temporaneo né il danno morale né quello esistenziale.
La parte che l’ INAIL non copre può essere richiesta al datore di lavoro.
In caso di giudizio contro il datore di lavoro, al fine di riconoscere il danno differenziale il giudice individua il danno subito dal lavoratore in tutte le sue componenti, sia patrimoniali che non patrimoniali, sottraendo successivamente da questo il danno liquidato dall’ INAIL.
Il Giudice condannerà il datore di lavoro a pagare la differenza (danno differenziale).